Alla scoperta del vino novello
Per poter realizzare un vino novello si utilizza od il grappolo intero dell’uva oppure solamente l’acino. Andiamo alla scoperta del vino novello.
La tecnica di vinificazione è molto specifica perchè il mosto lo si lascia fermentare in contenitori ermetici a tenuta stagna, in un ambiente saturo di anidride carbonica, e non all’aria come si fa per il vino normale.
I lieviti che di solito fanno fermentare il mosto infatti hanno bisogno di aria, ma per fare un buon vino novello non si utilizzano fermenti, lieviti ed aria.
Tanto il mosto fermenterà ugualmente grazie agli enzimi in esso stesso contenuti.
E’ chiaro a chiunque abbia avuto modo di gustarlo, come un buon vino novello abbia profumo sapore e colore caratteristici.
Infatti con la tecnica sopra descritta i pigmenti delle bucce dell’uva conferiranno il colore al vino, gli aromi vengono estratti dalle stesse bucce ed inoltre l’acidità del vino sarà notevolmente diminuita.
Dopo la fermentazione il vino viene sottoposto ai normali processi di centrifuga, chiarifica, filtrazione, stabilizzazione tartarica ecc. ecc.
Ciò renderà il vino novello già disponibile al consumo sin dai primi giorni di novembre.
Essendo un vino poco stabile, facilmente soggetto ad acidificare, il suo consumo è consigliabile entro un limitato periodo di tempo (generalmente due o tre mesi dalla produzione).
Come gustare un buon vino novello?
Gli abbinamenti sono molteplici, ma berlo in combinazione con le caldarroste è il massimo della libidine.
Certo anche con salumi misti, carni ripiene (meglio se con castagne), funghi freschi o carciofi e piatti a base di peperoncino, si esaltano gusto e profumo.
Ultimo consiglio se decidete di acquistarlo: mai prima della fine di ottobre, primi di novembre, men che meno quando siamo in vista delle vacanze natalizie. Non è più la stessa cosa…
In questo nostro articolo parliamo di una eccellenza del vino siciliano.
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