Carne rossa si o no?
La carne rossa, è davvero così dannosa come dicono? Oppure, al contrario, è un alimento assolutamente necessario nella dieta mediterranea? In sostanza: carne rossa si o no?
Questo è un argomento molto dibattuto negli ultimi tempi. Onorevoli soloni e profani incompetenti fanno ormai a gara a chi la spara più grossa.
Stabiliamo intanto quali siano le carni rosse:
le possiamo distinguere in quattro categorie:
Bovini (toro, manzo, vitellone, scottona, vitello a carne bianca, barley beef, bue, vacca),
Suini (solo il maiale, perchè il cinghiale fa parte delle carni nere),
Equini (Cavallo, asino, mulo)
Ovicaprini (pecora, castrato, capretto e agnello).
Secondo l’A.I.R.C. (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro), organismo facente parte dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale per la Sanità), solo un consumo eccessivo di carne rossa, specialmente se lavorata, ovvero gli insaccati e le carni in scatola, aumenterebbe il rischio di sviluppare alcune specie di tumori.
Gli esperti, in sostanza, affermano che un consumo modesto di carne rossa, quindi una o due volte al massimo a settimana, sia accettabile anche in virtù del prezioso apporto di sostanze nutritive nel nostro organismo (soprattutto la vitamina B12 non prodotta da organismi vegetali, e ferro).
E’ il giusto equilibrio che deve esistere nella nostra alimentazione dunque, il perno della questione. Non certo gli allarmismi prodotti da qualcuno come accaduto poco addietro con le notizie diffuse dall’O.M.S. e certamente neanche gli abusi.
Una dieta equilibrata deve prevedere circa 100 grammi di carne rossa da consumare 1 o 2 volte al massimo (anche 3 volte coloro che possiedono un metabolismo più alto).
Se poi siamo stati abituati fin da bambini a mangiare la carne, sarebbe un errore eliminarla in modo brusco dalla nostra dieta. Lo si potrebbe fare in modo graduale sostituendola con legumi, carne bianca e pesce.
Infine, a proposito dell’alimentazione in generale, è bene tenere presente eventuali fattori di ereditarietà nel curare la nostra dieta, allo scopo di ridurre i pericoli di insorgenza di gravi patologie, magari parlandone con un medico specialista che ci aiuterà a preparare un piano alimentare adeguato alle nostre esigenze.
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