I comunisti mangiano i bambini

I comunisti mangiano i bambini?

Come mai si dice che “i comunisti mangiano i bambini”?

L’espressione “i comunisti mangiano i bambini” è una frase nata per demonizzare i comunisti, specialmente durante il XX secolo.

Le sue origini, probabilmente legate alla propaganda anticomunista diffusa in contesti occidentali, traggono spunto da casi di cannibalismo (soprattutto nei confronti di bambini perché più indifesi), ma anche a episodi di disinformazione.

Cannibalismo in unione sovietica nel secolo ventesimo

Il cannibalismo nell’Unione Sovietica nel XX secolo è stato documentato in vari periodi di crisi, in particolare durante le grandi carestie.

I due episodi più noti sono:

1. La carestia del 1921-1922

Dopo la Guerra Civile Russa (1917-1922), la Russia sovietica fu colpita da una terribile carestia, aggravata dalla requisizione forzata del grano da parte del governo bolscevico e da condizioni climatiche avverse. Si stima che morirono tra i 5 e i 10 milioni di persone.

Nei territori più colpiti, come la regione del Volga e l’Ucraina, furono riportati numerosi casi di cannibalismo.

Il governo sovietico cercò di nascondere l’estensione del problema, ma giornalisti occidentali e missioni umanitarie riportarono testimonianze di persone che mangiavano cadaveri o uccidevano bambini per nutrirsi.

Lenin, pur negando il fenomeno in pubblico, alla fine permise aiuti internazionali, come quelli dell’American Relief Administration guidata da Herbert Hoover.

2. Holodomor (1932-1933)

L’Holodomor (dal termine ucraino morte per fame) fu una carestia artificiale causata dalle politiche di collettivizzazione forzata di Stalin in Ucraina.

Le stime delle vittime variano tra 3 e 7 milioni di morti.

Il governo sovietico sequestrò grano e risorse alimentari per esportarle o redistribuirle altrove, lasciando intere popolazioni senza cibo.

La fame estrema portò molte persone a ricorrere al cannibalismo: ci sono documenti della polizia segreta (NKVD) che descrivono arresti di persone sorprese a mangiare cadaveri.

Stalin negò ufficialmente la carestia e represse chiunque ne parlasse.

3. L’assedio di Leningrado (1941-1944)

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Assedio di Leningrado da parte delle truppe naziste durò 872 giorni e causò oltre 1 milione di morti per fame.

La popolazione della città, tagliata fuori dai rifornimenti, finì per mangiare animali domestici, colla, cuoio e, nei casi più estremi, carne umana.

La polizia arrestò numerosi casi di cannibalismo: alcuni mangiavano i morti, mentre altri uccidevano persone per nutrirsi.

Le autorità sovietiche trattarono il fenomeno con il massimo riserbo, giustiziando chi veniva sorpreso.

Origini della frase

Facendo un passo indietro e tornando al periodo del regime fascista, Benito Mussolini e la sua propaganda descrivevano il comunismo come un’ideologia barbara e disumana, descrizione che in molti casi trovava fondamento nella realtà.

La frase tuttavia veniva usata per spaventare la popolazione, soprattutto le famiglie, insinuando l’idea che i comunisti fossero crudeli e privi di rettitudine ben oltre le loro reali pessime qualità morali.

In realtà, come precisato prima, il cannibalismo fu determinato da un grave stato di necessità alimentare da parte della popolazione più povera, mentre i comunisti ricchi (quelli che ancora oggi predicano la distribuzione della ricchezza purchè non sia la loro – esempio ne sia la “sinistra italiana”) aveva a disposizione risorse alimentari sottratte ai più poveri.

Guerra fredda e anticomunismo occidentale

Negli anni della Guerra Fredda (1945-1991), gli Stati Uniti e altri paesi occidentali intensificarono la propaganda anticomunista.

L’idea che i comunisti “mangiassero i bambini” rimase una metafora per indicare la loro presunta crudeltà e la repressione dei diritti umani nei regimi comunisti, ancor oggi esistente in altri contesti (Cina e Corea del Nord).

Episodi reali distorti dalla propaganda

Inoltre, la repressione della Chiesa nei paesi comunisti fece sì che la propaganda religiosa diffondesse storie esagerate o inventate sui comunisti come distruttori della famiglia e della moralità.

Uso ironico e satirico oggi

Oggi l’espressione viene spesso usata in modo ironico o sarcastico per prendere in giro chi diffonde teorie del complotto o esagerazioni sulla sinistra politica.

Non ha più il peso propagandistico di un tempo, ma resta un esempio di come la disinformazione possa radicarsi nella cultura popolare.

Conclusione

Il cannibalismo in Unione Sovietica non fu mai una pratica diffusa per motivi culturali o ideologici, ma si verificò come estrema conseguenza della fame durante carestie e guerre.

Il governo sovietico cercò di minimizzare o nascondere questi episodi, mentre la propaganda occidentale li usò per dipingere il comunismo come un sistema disumano.

Quindi  alla domanda “I comunisti mangiano i bambini?” possiamo rispondere che si, i comunisti hanno realmente mangiato i bambini e non solo, ma la frase è sopravvissuta come parte della storia della propaganda politica.

E giusto per fare una battuta, oggi come oggi si potrebbe anche affermare che i comunisti (o meglio la sinistra) più che mangiarsi i bambini si sono “mangiati” l’Italia…

La foto dell’articolo è stata prelevata da TODAY

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