Oggetti iellati
Esistono davvero gli oggetti iellati o sono frutto di ignoranza? Eppure vi sono cose che sembrano emanare una maligna volontà distruttrice.
Ebbe fama di portare molta jella l’auto, una Porsche, con la quale perse la vita il famoso attore James Dean, nel 1955.
George Barris, un garagista, che l’aveva appena comprata la vide piombare, mentre gliela scaricavano nel suo locale, su un giovane meccanico e maciullargli le gambe.
Venne smontata e un medico ebbe l’idea di comprare il motore e collocarlo nella propria auto. Poco dopo moriva in un terribile incidente stradale.
La carrozzeria della Porsche di Dean fu esposta a Sacramento in una mostra sulla Sicurezza Stradale ma precipitò dall’impalcatura e spezzò una gamba a un ragazzino.
Poco tempo dopo mentre veniva trasportata ad un’altra mostra, l’autista del mezzo andò fuori strada e fu sbalzato fuori dal camion e nello stesso istante gli piombò addosso la malefica auto che lo schiacciò.
Tutti coloro che acquistarono qualche pezzo della Porsche pagarono a caro prezzo quest’imprudenza. Un corridore, G. M., che prese le gomme per montarle sulla sua auto riportò gravi ferite quando i pneumatici, incredibilmente, scoppiarono tutti assieme facendo capovolgere più volte l’auto che schizzò via dalla strada.
Un grosso camion che nell’Oregon trasportava l’auto maledetta per un improvviso guasto ai freni uscì di strada e piombò in un negozio distruggendolo. In un altro strano incidente, a New Orleans, andò in pezzi.
Esistono indubbiamente oggetti che portano male e bisogna stare molto attenti, in particolar modo, quando si comprano cose vecchie appartenute a chissà chi.
Innanzitutto bisogna stare bene attenti a non portare nella propria abitazione cose utilizzate in rituali magici o peggio ancora stregoneschi.
Altra auto jellata fu la decappottabile, di color rosso vivo, sulla quale, a Sarajevo nel 1914, l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando subì il mortale attentato.
Dopo la prima guerra mondiale, scatenata dall’uccisione dell’arciduca, la fiammante decappottabile a sei posti fu venduta ad un ufficiale. Essa sembrava emanare un potere malefico.
Il militare ebbe un numero impressionante di incidenti che lo turbarono a tal punto fino a convincerlo a liberarsi, a qualsiasi costo, dell’auto e la regalò ad un suo vecchio amico.
Lo sfortunato, dopo soli sei mesi, morì in un tremendo incidente. Rimessa a nuovo e rivenduta la decappottabile fu riverniciata di blu dal nuovo proprietario che non riuscì, ugualmente, a sfuggire alla terribile influenza dell’auto maledetta e, in un pauroso scontro, perse la vita assieme ad altre persone, con lui nell’auto assassina.
Aggiustata, ancora una volta, la decappottabile a sei posti, non trovò nessun acquirente, visto l’alone di morte che la circondava. Fu acquistata da un museo viennese ma non vi restò a lungo senza seminare altre rovine. In piena seconda guerra mondiale, un aereo bombardò e disintegrò museo e auto.
La letteratura parapsicologica riporta moltissimi esempi di case cosiddette “stregate”. Lo psichiatra inglese Arthur Guirham ha fornito un interessante resoconto degli impressionanti avvenimenti accaduti in un’abitazione di Bath.
Quasi tutte le persone, che andarono ad abitare questa casa, si sono tolti la vita e sono impazziti. Molte navi ebbero fama di portare sfortuna.
La nave più jellata fu la tedesca Scharnost.
Già, mentre veniva costruita, si rovesciò schiacciando sessanta operai. In seguito l’esplosione di un cannone straziò orribilmente più di dieci marinai. Nel ’43 fu affondata dall’aviazione inglese. Il fatto più incredibile fu che tutti quelli che vi furono imbarcati morirono di morte violenta.
L’Himenoa fu un’altra nave maledetta. Basti dire che, oltre agli altri disastri che si abbatterono sul personale di bordo, tutti i cinque comandanti che si succedettero alla sua guida fecero una brutta fine.
Il primo impazzì, il secondo trovò la morte dietro le sbarre di un carcere, il terzo prese a bere smodatamente e morì di “delirium tremens”, il quarto fu ucciso e il quinto e ultimo comandante si suicidò.
Voldben racconta il caso “di un pilota di una compagnia aerea italiana che in uno dei suoi viaggi aveva portato ed esposto in casa, su di una parete, una maschera stregonesca del Ghana.
I fenomeni paurosi e le disgrazie a catena nella sua famiglia cessarono soltanto quando la malaugurata maschera venne bruciata e le ceneri disperse”.
A tal proposito un fatto inquietante, riportato da alcuni giornali, si è verificato, recentemente, in Germania. Franz Block, un professore tedesco, si è accorto con raccapriccio di essere venuto in possesso, casualmente, di una macchina fotografica che getta il malocchio alle persone ritratte con essa.
Il signor Block ha scoperto che dei dieci amici fotografati: sei sono morti in incidenti stradali, uno in un incendio, due sono annegati mentre erano a pescare con la barca e il decimo è morto strozzato da un ossicino del pollo che stava mangiando.
La scoperta più agghiacciante il professore l’ha fatta quando, indagando per curiosità su uno dei tanti passanti che apparivano per caso sulle foto, ha saputo che era stato stroncato, due giorni dopo la foto, da un’emorragia cerebrale.
Franz Block ha subito donato l’apparecchio fotografico ad alcuni studiosi di parapsicologia e terrorizzato ha detto: “Questa macchina fotografica è stata fabbricata dal diavolo in persona e viene direttamente dall’inferno”.
La scrittrice Simone de Tervagne narra la singolare avventura capitata al famoso poeta surrealista André Breton quando, nel 1959, venne in possesso di una statuina di una divinità brasiliana decisamente apportatrice di jella.
“Questa statuetta era di ferro. Aveva un viso cattivo, inquietante, …era servita nelle cerimonie di vudù brasiliano, il macumba”. Il poeta la ebbe in dono da un diplomatico che era andato a fargli visita. Poco tempo dopo Breton fu colpito da paralisi e divenne incapace di scrivere.
Consigliato da un suo amico, l’esoterista René Alleau, il poeta donò la pericolosa statuetta ad un museo.
Appena l’oggetto malefico lasciò la sua casa, il poeta sentì un enorme sollievo, le sue condizioni di salute presero a migliorare velocemente e, dopo non molto tempo, fu capace di scrivere come prima.
Addirittura, ha fama di portare jella un intero paese della Lucania. Ne parla il prof. Ernesto De Martino nel suo libro “Sud e magia”. Egli racconta che con i suoi collaboratori, per motivi di studio, dovette recarsi a Colobraro vicino Matera.
Appena giunto, chiese al primo cittadino di fargli incontrare uno zampognaro, perché voleva farlo riprendere con la cinepresa, per documentare il folklore del luogo, ma il povero zampognaro fu investito da un camion e rimase ucciso.
Un assistente del De Martino si procurò varie ammaccature scivolando dalle scale dell’albergo, un giornalista del gruppo restò molto turbato, quando si accesero spontaneamente i fiammiferi che aveva nella tasca della giacca e uno dei fotografi si ritrovò all’improvviso un febbrone da cavallo.
Tutti i componenti la comitiva riportarono incidenti più o meno gravi.
Vi sono anche dei film che sembrano portare sfortuna. Per esempio la serie “Poltergeist” ne portò parecchia agli attori protagonisti di questa trilogia horror. Julian Beck muore di cancro nel mese di settembre del 1985, alcuni mesi dopo l’uscita del secondo film.
L’attrice Zelda Rubinstein viene uccisa da un auto in uno spaventoso incidente. La piccola Heather O’Rourke, di appena 12 anni, viene stroncata da una grave forma influenzale. Recentemente un crudele destino perseguita il tenore genovese Fabio Armiliato.
L’opera “Tosca” pare proprio portargli sfortuna.
Domenica 30 luglio 1995 alla rappresentazione della prima, allo Sferisterio di Macerata, viene ferito alla gamba sinistra da un colpo di fucile sparato in scena.
Ritornato sul palcoscenico domenica 4 agosto, dopo una breve degenza in ospedale, ha fatto appena in tempo a cantare il primo atto dell’opera di Puccini. Un brutto scivolone in camerino gli ha causato la frattura della gamba destra.
Di nuovo in ospedale il tenore dovrebbe ritornare sulle scene a dicembre, Tosca permettendo. Chi più chi meno tutti, nella vita, hanno sperimentato influenze negative emanate da ambienti, oggetti, persone e addirittura da certi numeri e giorni.
Da un capitolo del libro di Giuseppe Cosco:
“Jella e anti jella” Ediz. AGPHA PRESS, Roma 1998
Chi non dovesse trovare il libro “Jella & anti jella” di Giuseppe Cosco in libreria può richiederlo direttamente alle Edizioni AGPHA PRESS via Emanuele Gianturco, 4 – 00196 Roma. (Tel. 06 3211767).
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