il mistero dell'elemento Einsteinio

Risolto il mistero dell’elemento Einsteinio

Dopo ben 69 dalla sua scoperta, finalmente risolto il mistero dell’elemento Einsteinio ad opera degli scienziati della Stanford University.

Gli scienziati della Stanford University sono riusciti a far reagire chimicamente l’elemento Einsteinio, scoperto nel 1952, per la prima volta nella storia.

Finora non si era ottenuta quasi nessuna informazione sul comportamento chimico dell’elemento, ma adesso pare che gli scienziati siano finalmente riusciti ed abbiano esaminato gli elettroni.

L’elemento Einsteinio, che valse ad Einstein il Premio Nobel per la fisica nel 1921, era un mistero che gli scienziati non sono riusciti a risolvere per molto tempo.

Il mistero dell’elemento Einsteinio, che fino ad oggi non ha mai reagito chimicamente, è stato risolto dagli scienziati 69 anni dopo.

Per la prima volta nella storia infatti, gli scienziati che lavorano alla Stanford University negli Stati Uniti sono stati in grado di farlo reagire chimicamente.

In sostanza sono state misurate le distanze di legame tra più atomi, come ossigeno, carbonio e azoto dell’elemento, i cui movimenti radioattivi sono stati osservati.

Einsteinio studiato sotto sorgente di radiazioni

Circa 100 anni fa, Einstein menzionò un deficit energetico chiamato effetto fotoelettrico, che dimostrò che la luce può essere sia una particella che un’onda.

Per il suo lavoro gli fu conferito il Premio Nobel per la fisica nel 1921.

L’effetto fotoelettrico portò con sé studi sulle fusioni nucleari e le scoperte di Einstein consentirono lo sviluppo della tecnologia delle armi nucleari.

Circa 30 anni dopo la scoperta di Einstein, a seguito dell’esplosione di un dispositivo termonucleare nell’Oceano Pacifico, i ricercatori hanno scoperto un elemento identico alla scoperta di Einstein ed è stato chiamato Einsteinio.

L’elemento Einsteinio contiene più di 200 atomi ed è quindi considerato quasi impossibile da trovare in natura spontaneamente.

L’elemento dovrebbe essere composto da energia prodotta quando un dispositivo termonucleare chiamato Ivy Mike esplode, proprio come la bomba all’idrogeno.

Ivy Mike è il nome in codice della prima bomba H, fatta esplodere il 1º novembre 1952 alle 07:15 (ora locale) nelle isole Marshall dell’Oceano Pacifico, e in particolare a Elugelab, nell’atollo Enewetak.

Gli scienziati della Stanford University hanno utilizzato la sorgente luminosa di radiazione di sincrotrone di Stanford per rivelare le strutture dell’elemento Einsteinio.

Grazie all’Einsteinio, i cui valori di elettroni sono adesso noti, gli scienziati potranno identificare più facilmente altre combinazioni chimiche contenenti lo stesso elemento e riorganizzare la tavola periodica sulla base di questi dati.

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