Tecniche della Comunicazione – parte seconda
Come abbiamo avuto modo di osservare in precedenza, l’obiettivo della comunicazione è quello di trasmettere ad altri delle informazioni.
Superando le interessanti teorie formulate da Paul Watzlawick sugli assiomi della comunicazione, possiamo affermare che per raggiungere gli obiettivi della trasmissione di informazioni si potranno diversificare i due sistemi principali: la comunicazione verbale e la comunicazione non verbale. In questo post esamineremo le Tecniche della Comunicazione verbale e non verbale.
4. LA COMUNICAZIONE VERBALE
Scopo fondamentale della comunicazione verbale (CV) è di trasmettere dei contenuti attraverso una serie di parole, ognuna delle quali corrisponde ad una specifica immagine mentale che, pur variando da persona a persona, consente di trasmettere il concetto dell’oggetto, che tende ad essere uniforme quanto più tra gli attori della comunicazione esiste una cultura comune.
Costituita dalla sintassi e dalla semantica, la CV è irrinunciabile quando dobbiamo trasmettere messaggi scritti (lettere, libri etc.) e in tutte quelle situazioni in cui si esclude la possibilità di un interferenza paralinguistica o extralinguistica.
Pur essendo ritenuta nella nostra cultura di grande importanza, la CV incide sulla qualità e sull’efficacia del processo comunicativo in minima parte, rappresentando una capacità di incidere sugli effetti (output) del processo di trasmissione per un valore compreso tra il 30% ed il 3%, sulla base di quanto in una certa cultura siano importanti gli aspetti gestuali, “estetici” della comunicazione.
La restante parte del processo comunicativo è affidata alla comunicazione non verbale (CNV).
5. LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
L’incisività e l’importanza percepita dei dati trasmessi è profondamente influenzata dal modo in cui questi vengono elaborati. La modalità di trasmissione dei dati modifica chiaramente la maggiore o minore disponibilità del ricevente a “capire”, a entrare nella giusta relazione (simmetrica o complementare) col trasmittente.
La principale caratteristica della CNV è che il corpo si muove, si esprime ed è estremamente difficile da controllare. L’invio dei messaggi del corpo avviene velocemente, in maniera a volte quasi impercettibile ad un livello cosciente.
Il corpo manifesta chi siamo, le nostre intenzioni, i nostri bisogni, la nostra storia.
Il linguaggio del corpo va distinto in conscio ed inconscio.
In particolare il linguaggio inconscio rivela molto del nostro interlocutore, anche se, quando si legge il linguaggio del corpo non si può considerare solo un dettaglio e trarne quindi delle conclusioni affrettate.
Occorre invece captare i singoli segnali e valutarli nel loro insieme nel contesto della situazione comunicativa e singolarmente prenderli semplicemente come indizi.
Spesso invece si incorre nell’errore di azzardare conclusioni affrettate senza tener presente di una serie di elementi importanti per poter dare una chiave di lettura del linguaggio del corpo.
Questo è alla base del sostanziale fallimento della maggior parte dei manuali e corsi che hanno la pretesa di insegnare la “lettura del pensiero” in poche pagine o lezioni!
Solo lo sviluppo di una grande capacità di osservare senza giudicare e interferire, unitamente all’esperienza accumulata nel tempo, ci mette nelle condizioni dare il giusto valore ai segnali non verbali che provengono dall’interlocutore, permettendoci di elaborare strategie comunicative efficaci, persuasive, vincenti.
La Programmazione Neuro Linguistica (PNL) è la scienza che si occupa di tutti questi aspetti.
Tale approccio si basa sul concetto molto pratico che ogni individuo, nel corso di una interazione, reagisce ai segnali non verbali inviati dall’altro, stabilendo in questo modo un meccanismo circolare di influenzamento reciproco, definito rapport.
Secondo l’approccio della PNL la comunicazione non verbale si compone delle seguenti quattro discipline che corrispondono ai differenti canali espressivi del linguaggio del corpo:
– la comunicazione cinesica che studia la cinetica del corpo umano ossia i suoi movimenti, i gesti, ed il loro significato;
– la comunicazione prossemica, che elabora il significato dei rapporti spaziali tra le persone cioè quanto sono vicine o lontane dal nostro corpo;
– la paralinguistica che si occupa delle emissioni vocali non semantiche non grammaticali ed istintive tali ad esempio sono gli “mnh”, il tono della voce, la sua velocità, i silenzi, le pause che spesso sono più cariche di significato delle parole stesse;
– la comunicazione digitale che analizza il significato dei toccamenti nei confronti di noi stessi e degli altri.
Nel prossimo articolo tratteremo il feedback.
Tecniche della comunicazione parte prima – Tecniche della comunicazione parte terza
Rispondi