Telefoni cellulari e radiazioni
Telefoni cellulari e radiazioni sono strettamente correlati, come è stato dimostrato per la prima volta da uno studio risalente ormai al 2009.
Lo studio è stato in grado di indicare che durante l’esposizione alle onde radio come quelle del telefono cellulare (900-megahertz) si verificano cambiamenti molecolari all’interno del corpo.
Effetti simili in precedenza erano stati trovati in cellule coltivate, ma ora si è in grado di affermare che l’effetto sul corpo umano è identico.
(New Scientist 23 Febbraio, 2008, BMC Genomics 2008, 9:77 )
Fatti:
un’esposizione di 24 ore di cellule leucemiche a 900 megahertz potrebbe svolgere un ruolo importante nell’attivare geni in grado di aiutare le cellule cancerose a prosperare. ( Marinelli e coll., International Workshop on Biological Effects of Electromagnetic Fields on the Greek island of Rhodes)
Già nel 2002 il famoso ricercatore britannico Tossicologo Molecolare David de Pomerai dell’Università di Nottingham, ha indicato che le onde radio possono causare effetti biologici che non sono dovuti al riscaldamento.
David de Pomerai insiste che la radiazione non-ionizzante può danneggiare indirettamente il DNA interessando il relativo sistema di riparazione.
Se il meccanismo di riparazione del DNA non funziona come dovrebbe, potrebbero accumularsi mutazioni nelle cellule con conseguenze disastrose.
Il corpo umano è uno strumento elettrochimico squisitamente sensibile il cui funzionamento e controllo è sostenuto da processi elettrici oscillatori di vario genere, ciascuno caratterizzato da una frequenza specifica, alcuni molto vicini alle frequenze usate nei GSM.
Quindi alcune attività elettriche biologiche endogene possono essere disturbate dalle funzioni oscillatorie delle radiazioni ricevute.
Più o meno allo stesso modo di quel che succede alla ricezione di una radio.
Le attività elettriche biologiche vulnerabili dalle interferenze delle radiazioni da GSM includono le attività elettriche altamente organizzate a livello del metabolismo cellulare la cui frequenza sembra trovarsi nella regione delle microonde.
Una di queste frequenze è quella specifica del processo fondamentale della divisione cellulare!
Quindi, non aspettate i riscontri ufficiali ma cominciate ad agire.
L’ideale sarebbe di tenere il cellulare sempre spento e usarlo solo in casi di urgenza.
In caso questo non si potesse fare, tenetelo il più lontano possibile dal corpo, utilizzate degli auricolari a filo dopo avergli applicato sopra un piccolo filtro di ferrite (si trova su internet negli Stati Uniti) che impedisce il passaggio delle radiazioni nocive.
Dagli studi non emerge ancora un quadro chiaro
Tuttavia, come ci ricorda Altroconsumo, il quadro che emerge dagli studi condotti finora è contradditorio, ma non allarmante.
Alcuni studi di tipo caso-controllo (basati sul confronto tra malati e sani rispetto al tipo di esposizione che hanno avuto in passato) hanno rilevato un lieve aumento del rischio di tumori cerebrali e del nervo acustico nelle persone con un uso elevato del cellulare dopo 10-15 anni di uso (consideriamo anche che si parla dei dispositivi, ma non dei ripetitori).
Altri studi epidemiologici (i trend di incidenza, considerati più chiari nelle conclusioni perché verificano nel tempo l’emergere dei casi), invece, ci dicono che a oggi non c’è stato un aumento significativo dei tumori al crescere della penetrazione (e quindi dell’esposizione) della popolazione ai cellulari.
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